L’erba è più bella da queste parti, si vede. E forse è anche più buona. Devono averlo pensato i primi pastori che hanno portato in montagna il bestiame: sembra che fossero i Reti, una popolazione di origine etrusca che abitava le Alpi centro-orientali. È una pratica antica, quindi, ma continua ancora oggi. Funziona così: verso la fine di maggio i pastori e le loro mandrie salgono su, nei pascoli alpini e ci restano per tutta l’estate. Quassù, gli animali si nutrono dell’erba e dei fiori delle praterie, come il Trifoglio alpino, una pianta autoctona della Valle d’Aosta che fiorisce tra luglio e agosto. Gli animali che mangiano le sue inflorescenze bianche e rosa producono un latte grasso e aromatico. Lo stesso sapore grasso e aromatico che possiamo ritrovare nei formaggi d’alpeggio, come la fontina.
A settembre, con l’arrivo dell’autunno, pastori e bestiame ridiscendono a valle portando con loro le forme di formaggio, che saranno pronte dopo almeno tre mesi di stagionatura.
Salire. Assecondare i pendii e avventurarsi, metro dopo metro, in un paesaggio sempre nuovo.
Hai superato il limite del bosco, ora gli alberi si diradano, la luce filtra e lo sguardo, finalmente, è libero di spaziare nella distesa verde che ti si spalanca davanti: le praterie del pascolo alpino....